Alla
città di Sulmona
Lì
sotto, alla piazza del mercato, non c'è la frenesia che conosco. Ché
la piazza è grande, ma piccolo è il mercato.
La
piazza porta una corona. Alta dietro agli edifici che la circondano.
E al mio arrivo, la corona ha le punte tempestate di bianchi
gioielli.
Si
adagia, la corona castana puntata di bianco, su un cuscinetto di
nubi. Leggere, bianche, immobili.
Perfino
La Donna, si narra, è fuggita e si è rifugiata qui. In questa
piazza.
Perché,
con il sole caldo, si sta bene qui. E la notte, sotto alle stelle del
cielo, si accendono le stelle sui muri. Sui pali. Sulle colonne.
Sospese perfino a mezz'aria.
Attorno
a questa piazza, in questa città adagiata nella valle, crescono
fiori dolci. Da mangiarsi.
Margherite,
stelle, ciclamini.
Non
serve sapere tante cose.
Basta
fermarsi e guardare. E ascoltare. Le voci attorno. Le campane
rintoccano. E sono certo che lassù, sulle punte bianche della corona
castana, quando le campane suonano, s'odono come ad essere seduti
qui. Sui gradini che scendono delicati al mercato.
A
mano a mano che i minuti scorrono, si riempiono le vie di questa
città. E il mercato brulica un po' di più.
Solo
qualche ora, per apprezzare questa valle. Solo qualche ora; e queste
strade ti restano dentro.
Siedi
qui con me. Guarda il viavai. Sorridi con me al sole alla tua destra.
Alla corona di fronte a te. A La Donna un po' nascosta dietro agli
alberi.
Sorridi
con me, mangiando il petalo di un fiore.
[Ti
è piaciuta la narrazione? Una finestra aperta su una piazza. Hai
riconosciuto qualcosa? Fammelo sapere con un commento qui sotto.
Buona esplorazione!]
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