Venti
giorni dopo la sua partenza raggiunge un punto in cui gli alberi
paiono avere dei volti scolpiti nella corteccia.
Nasi
appuntiti, bocche ghignanti, espressioni truci.
Due
giorni prima aveva lasciato gli ultimi spruzzi di neve e la
temperatura aumentava a mano a mano che avanzava.
La
foresta è buia qui. I rami sulla sua testa sono fitti. Non c'è neve
a riflettere.
Sebbene
intimorita, continua ad incedere.
Una
luce poco più avanti la attrae. Sembra provenire da una radura.
Ben
presto si accorge che non si tratta di una radura che permette ai
raggi del sole di filtrare.
La
luce proviene da un albero. O meglio, da una porta aperta nel tronco
di un albero. Ma quell'albero ha una chioma rigogliosa.
Mèra
si avvicina alla porta spalancata e bussa.
Non
ricevendo alcuna risposta, si addentra salutando e chinandosi per
evitare l'architrave. Dentro una piccola stanza stretta e circolare.
Tutto attorno una panca e nel centro un tavolo. Il soffitto basso la
costringe a stare piegata. La luce sembra provenire dal legno stesso.
E a ben vedere Mèra direbbe che l'albero è semplicemente cresciuto
in quel modo e non che sia stato scavato da qualcuno.
Arretrando
lentamente esce dalla porta di spalle.
Al
suo voltarsi, ciò che vede di fronte a sé la coglie di sorpresa.
Una scimmia dal pelo lungo e quasi bianco. La faccia rosa intenso.
La
coda termina in un mazzo si aculei all'apparenza dorati. Ora li tiene
aperti dietro di sé in una raggiera, come la coda di un pavone.
Meravigliosi e spaventevoli.
Gli
occhi minacciosi la perforano.
Lo
spavento dell'inaspettato l'abbandona presto e riavendosi rivolge la
parola all'animale.
“Mèra
è il mio nome. Sto cercando di raggiungere la regina della foresta.
Non è che voi sapreste indicarmi la via? O almeno dirmi quanto dista
ancora?”.
La
scimmia la osserva irrigidita per qualche momento. Poi si rilassa,
chiude la coda e risponde:
“Karàd
è il mio nome. Abito qui da quindici anni e mai avevo avuto
occasione di incontrare una fata del nord.
“Per
raggiungere il cuore della grande foresta ti mancano ancora nove
giorni di cammino.
“Se
lo vorrai sarà mio onore accompagnarti.
“Non
rispondere subito. Conosciamoci meglio di fronte a delle pere succose
e delle mele croccanti che ho raccolte ieri”.
Mèra
sapeva, per bocca d'altri, che esistevano dei luoghi a sud in cui
crescevano frutti succulenti come quelli che Karàd le offriva, anche
in quel periodo dell'anno.
Ne
mangia a sazietà e finisce addormentata su una confortevole panca di
legno di questo albero casa.
Il
mattino successivo, Karàd e Mèra partono alla volta del cuore della
foresta per incontrare la regina dai lunghi capelli d'argento sul
trono di pietra.
La Grande Foresta I - Rose
La Grande Foresta II - Un uomo e il suo pollo
La Grande Foresta III - Lo stagno che non ghiaccia
La Grande Foresta IV - Colei che gonfia l'uva
La Grande Foresta VI - La faina, il suo uovo e il gatto petulante
La Grande Foresta VII - La regina della foresta
La Grande Foresta VIII - La roccia dei piccioni di carta
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La Grande Foresta III - Lo stagno che non ghiaccia
La Grande Foresta IV - Colei che gonfia l'uva
La Grande Foresta VI - La faina, il suo uovo e il gatto petulante
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