Fiordispino,
dispiaciuto per la sorte toccata a quella creatura che un tempo era
stata donna, si avvicina al cesto di vimini vuoto e al filo a cui ora
le mollette appese sorreggono l'aria.
Nel
cesto è rimasto solo un foglio di carta su cui sono calcate poche
parole.
La
stanza nella quale si trova è quadrata. Non ci sono porte. Una sola
finestra dalla quale entra la luce bluastra della luna piena.
Con
un soffio di brezza le fiammelle si spengono. In tal modo l'intera
stanza diviene blu agli occhi di Fiordispino.
Si
avvicina alla finestra e legge le parole sul foglietto che tiene in
mano. Erano i quattro versi che aveva recitati la figura poco prima
di dissolversi.
Sul
volto t'illumino di stelle.
L'emozioni
saran le ancelle.
Saranno
con te, saranno te.
Non
più una, sei ottantatrè.
Tuttavia
la formula continuava e di seguito si potevano leggere altri due
versi:
Cura
bene la luce di stelle:
Sarà
la fine, finite quelle.
Scavalca
la finestra e si lascia cadere a terra. Chiude gli occhi per timore
della caduta. Tuttavia subito dopo tocca il pavimento. Aprendo gli
occhi si trova in un altro luogo. Un'altra stanza. C'è un armadio a
due ante davanti a lui. La luce proviene da un lampadario in vetro.
La carta da parati ricopre tutto, pavimento e soffitto compresi.
Fiordispino
si avvicina all'armadio e ne spalanca le ante.
All'interno
dietro ad uno spesso vetro, si trovano numerose maschere di
carnevale. Sono sfarzose, ricche, circondate di piume e pizzi
variopinti. Sorridono. Rosa, rosse, verdi, blu, dorate, azzurre.
Sembra
che si muovano. Ed infatti è così. Dal centro emerge la faccia di
una ragazza. Sembra cercare di respirare in mezzo a tutto quel caos
di piume. Urla forte e Fiordispino la sente attraverso il vetro. È
una ragazza.
"Fatemi
uscire! Aiuto!".
Grida
forte la ragazza. Fiordispino si guarda attorno, ma non c'è nulla
per rompere il vetro. A esclusione dell'armadio, non c'è nulla in
assoluto nella stanza. Si affanna a destra e a manca con la coda di
gatto che ondeggia.
Osserva
l'armadio da vicino, ma non c'è modo di aprire la grande teca in cui
è intrappolata.
"Come
sei finita lì dentro?".
Chiede
Fiordispino. La ragazza quando risponde, intervalla frasi sconnesse a
grandi respiri affannati.
"Maschere,
maschere, maschere..." respiro "perché vi ho comprate..."
respiro "per la festa a scuola" respiro "per andare in
chiesa" respiro, respiro "per stare in casa" respiro
"nessuno, nessuno" respiro "il mio viso, nessuno..."
respiro "sola..." respiro profondo "sconosciuta".
E
poi inizia a singhiozzare.
Fiordispino
è molto triste.
Si
sposta dietro all'armadio. Deve provarci due o tre volte, ma alla
fine l'armadio cade, il vetro si infrange e la ragazza esce.
"Grazie!".
Esclama
lei abbracciandolo.
Si
volta, prende le maschere con l'accendino che aveva in tasca.
"Ero
venuta per farlo quando loro mi hanno intrappolata qui dentro.
Avevano capito le mie intenzioni. Sono lì da una vita. Pensavo che
sarei morta di fame o di sete, ma non è mai accaduto. Non capisco
perché..."
"Perché
ti trovi al numero 14 di via Ombrichiari, nel mezzo fra notte e
giorno, sulla Linea in cui il tramonto diventa alba".
Pronunciate
queste parole s'è fatta luce. Accecante. Fiordispino chiude gli
occhi doloranti.
Tutti
i capitoli della storia sono elencati qui sotto:

La storia prosegue:
Due gemelli
Se il racconto ti sta piacendo, se qualcosa ti ha incuriosito, se qualche dubbio ti è rimasto, non esitare a farlo sapere con un commento qui sotto! Sono lieto di conoscere le vostre opinioni.
Lavoro che ricorda molto i temi surreali di alcuni manga giapponesi, ma comunque interessante. Qualcosa da editare, ma non troppo. Traspare che ti stai divertendo a scriverlo e questo è buono.
RispondiEliminaCiao Enrico, grazie per le tue considerazioni. Trovo interessante questo discorso dell'editare. Se lo desideri, scrivimi una e-mail. Mi farebbe piacere sapere che cosa ne pensi e come potrei migliorarmi. I contatti li trovi nel profilo. Grazie se vorrai prenderti del tempo e grazie per aver letto qualcuno dei miei racconti. Giuse Giuseppe Paro
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina